20 ottobre 2015

Assenze strategiche

Mentirei se dicessi che dietro alle mie assenze non c'è mai un secondo fine.
A dir la verità il motivo principale per cui salto la scuola è quasi sempre perché voglio scappare da qualcosa (quasi, perché a volte mi ammalo anche io).
Scappare, è così.
Fuggire è quello che mi riesce meglio, io fuggo da qualsiasi cosa mi provochi ansia e disagio, il che significa dalla maggior parte delle cose che mi circondano.
Io mi dichiaro contro le assenze strategiche, poi sono una dei primi a sfruttarle, anche se devo dire, a mia discolpa, che mi sono posta un limite, non più di un'assenza al mese.
Perciò, se dovesse capitarmi qualsiasi cosa e sono costretta a stare a casa, per quel mese mi impongo di andare, e se per caso ne dovessi fare 2 nello stesso, recupero non facendone in quello dopo.
In questo modo riesco ad arrivare con un massimo di 9/10 assenze l'anno che, in confronto alla media della mia classe, non sono molte.
Il problema più grande sorge nel convincere i miei a farmi rimanere a casa. Ormai hanno capito che non tutte le volte che dico di star male è vero.
Ma bisogna saper essere persuasivi e ostinati, perché quando si accorgono che in nessun caso uscirai da quel letto, non importa che ti credano o meno, ti lasceranno stare.
Perché in fondo ci vogliono bene, e anche loro ai loro tempi ne hanno fatte di assenze strategiche, quindi ci capiscono, anche se non vogliono darlo a vedere.
Con questo però non voglio dire che sia corretto farne, ma è una necessità a volte, perciò non possono farcene una colpa, l'importante è non esagerare. E poi se si riesce a sfruttare quella mattina per prepararsi per un'altra materia, ben venga, è una sorta di redenzione, no?