8 agosto 2016

Calamita estiva, mode: on

E, ad esattamente un anno dal precedente post su questo stesso argomento, (nemmeno a farlo di proposito) torno a parlarvi di quella che sembra la stagione degli ormoni maschili impazziti.
Devo dire che quest'anno era partita bene la situazione, ovvero, sembrava che le acque si fossero calmate; perciò mi ero anche presa la libertà di farmi venire un paio di cotte buttate qua e là. Povera illusa. L'orda maschile ha deciso di tendermi un attacco a sorpresa proprio quando meno me lo aspettavo. Prima ne è arrivato uno, pareva in cerca di una semplice amicizia, poi hanno fatto capolino altri tre individui, testando il territorio. Uno schiocco di dita e mi sono ritrovata con quattro pretendenti, ugh...
Andiamo però in ordine, il primo ad essersi fatto avanti ha utilizzato la tattica "prima Facebook, poi il reale", buttandola come un desiderio di conoscere nuova gente e avvicinandosi un passo per volta. Il che poteva anche essere accettabile: ragazzo perbene, 20 anni, nemmeno tanto brutto, insomma, potevo dargli una possibilità, e l'ho fatto, ma quando ha capito che, a primo impatto, non avevo alcun interesse in lui, ha tentato il tutto per tutto con un poema smielato su come mi veda bella e radiosa e come si sia innamorato del mio sorriso. Ora, di per se la cosa mi ha fatto abbastanza piacere, però, come si dice, "al cuor non si comanda", e in più ha dimostrato di essersi innamorato della facciata che mostro e che sapeva benissimo non era la me reale. Il poverino sta ancora aspettando una mia risposta, io invece sono in crisi perché infondo mi sta simpatico e troncare il tutto mi dispiacerebbe non poco.
Per quanto riguarda gli altri, sono tutti e tre fuori dalla mia portata, o io fuori dalla loro... dipende dal punto di vista. Quello che sembra aver capito per primo ed essersi accontentato di qualche risata tra amici ha appena 14 anni, non sono esattamente sicura di quali fossero le sue intenzioni, ma mi è stato attaccato con qualche scusa per tutta una settimana (ho fatto un viaggio di volontariato a Lourdes e i partecipanti andavano dai 13 anni in poi), simpatico anche lui, ma, beh.. se esiste la pedofilia da parte femminile avrei rischiato (anche se sono appena maggiorenne... vabbè).
Il terzo, anche lui volontario nel viaggio, se ne è stato zitto zitto per tutta la settimana, per poi tendermi un agguato al momento dei saluti prendendosi decisamente troppa confidenza e ricercandomi subito per rimanere in contatto. Lui ha 16 anni, quindi più o meno equivale al precedente, ma non crediate che dia troppo peso all'età, è solo che anche quella conta un po', soprattutto se c'è da vagliare le possibilità.
L'ultimo è il tipo che va escluso a priori, intorno ai quarant'anni, sicuramente sposato o convivente, aveva dato segni di una sorta di interessamento, da me archiviato come simpatia nei miei confronti, ma come dovrei reagire ora che ha chiesto solo a me, di tutti i presenti al viaggio, di vederci in questi giorni? Solo io penso sia inquietante?
Insomma, tra pretendenti, cotte segrete e genitori che organizzano incontri combinati (sì, i miei lo stanno facendo per davvero), anche questa estate ha preso la svolta di quella dello scorso anno, anche se preferirei avere una qualche piacevole sorpresa a settembre, tipo che uno di quelli a cui sono interessata mi dia una qualche possibilità, ma temo di non doverci sperare troppo...

4 luglio 2016

Vacanze o lavoro estivo?

È così sbagliato volersi godere un po' di relax durante le vacanze? Ho faticato per mesi cercando di sopravvivere e esaurendo tutte le mie energie, e ora che sono finalmente in vacanza mi ritrovo sommersa da impegni che, se non fossi così esausta,  assolverei con piacere. Invece ho preso male i tempi, mi sono incatenata da sola e come se non bastasse la gente intorno a me sta facendo di tutto per darmi altro da fare. Il problema principale sta nel fatto che non riesco a negare loro il mio aiuto o la mia partecipazione... così facendo non faccio che peggiorare la situazione, e nonostante abbia un'immensa voglia di buttare tutto all'aria, so che poi me ne pentirei sicuramente.
Magari potessi fermare il tempo e prendere un attimo di respiro.
Ma non mi è concesso.
Sono piuttosto sicura che ad un certo punto crollerò e a poco serviranno gli sforzi per rimettermi in sesto, ho solo bisogno di riposo, persino stare un paio di giorni a letto potrebbe aiutare, ma no, ho da fare un sacco di cose e tante di più ne avevo programmate...se non è essere masochista questo..
Non mi resta che rassegnarmi e vedere quanto riesco ad andare avanti.

14 giugno 2016

Si riparte!

Ed è con grande gioia che vi comunico che da adesso riprende il servizio di condivisione di Ebook!
Come avevo scritto nell'annuncio (che come promesso è sparito) chiunque abbia inviato un'email in questo mese in cui ho sospeso l'attività, ignorando bellamente ciò che avevo scritto, forse per disattenzione, o qualcuno anche credendosi più importante e sperando che lo privilegiassi, non ha ricevuto risposta, o in pochi casi l'ha ricevuta con l'annuncio della sospensione. Pertanto invito chiunque sia interessato ancora ai libri di cui ha fatto richiesta ad inviare nuovamente l'email in quando, come avvertito, sono state cestinate. Per tutti gli altri, aspetto le vostre richieste e, ripeto, sarebbe gradito se richiedeste libri non sulla lista in forma di commento, e non per email, rischio di dimenticarmene con tutte quelle che arrivano!
Grazie per l'attenzione

13 giugno 2016

Yes, Art!

Alcuni giorni fa ho partecipato inbucata ad una festa di paese. Ero reduce da uno spettacolo fatto proprio per la suddetta festa, quando passo vicino ad uno stand dove alcune mie amiche del liceo artistico stanno lavorando, decido di fermarmi per salutarle. È allora che viene loro la malsana idea di trattenermi per farmi entrare a far parte di quello stand, ma devo dire che sono felice me lo abbiano chiesto. Chi ha letto qualsiasi altro mio post, saprà che non sono un asso nel fare amicizia, le relazioni interpersonali per me sono un qualcosa di ignoto e potenzialmente pericoloso, però se non fossi rimasta non sarei mai entrata a far parte del gruppo. Ebbene sì, posso finalmente dire di far parte di un gruppo che non sia uno di danza, anche se, beh, questo riguarda più i cosplay... però è pur sempre un gruppo. Il momento più bello è stato quando una delle ragazze ha esclamato dal nulla: "Che bello! Abbiamo trovato un gruppo con cui stare" Al ché c'è stato uno scambio di sguardi, e quando ho capito che anche io ne ero parte, mi sono sentita la persona più felice sulla faccia della terra. Ero quasi sul punto di mettermi a saltare dalla gioia. Alla fine è grazie all'arte se ho un gruppo di amiche, perché è da questo che è iniziato tutto. È bastato accettare di fermarmi una sera con loro a dipingere mattonelle (che, per la cronaca, è un'impresa davvero ardua) per far sì che loro volessero continuare a stare assieme, ancora non riesco a crederci. Questa si prospetta una delle migliori estati della mia vita, a preparare cosplay e ballare con dei gruppi fantastici, a vivere davvero fino in fondo per la prima volta nella mia vita, a godermi la mia adolescenza quasi giunta al termine... meglio tardi che mai, no?
La mia psicologa sarebbe fiera di me per aver fatto un passo così importante, per star cercando di conbattere la sociofobia che da sempre mi blocca davanti agli altri. La differenza? Con loro non devo fingere di essere un'altra, a loro basto io come sono realmente, non vogliono la ragazza perfetta, normale, frivola e seria come tutti gli altri, no, loro vogliono quella parte di me più vera, mezza pazza e piena di fantasia che ama l'arte in tutte le sue forme ed è pronta a buttarsi in folli idee venute in momenti di estrema pazzia, quella parte che il resto della gente guarda dall'alto in basso con faccia disgustata. Ma, sapete cosa, non mi importa che tutti gli altri pensino che sono sfigata, non finché avrò delle amiche vere a dimostrarmi il contrario, non finché sarò capace di dare il meglio di me in ciò che più mi piace e riuscirò anche ad essere apprezzata. Come dice una celebre frase di Cory Monteith in Glee : "just be you, 'cause that's good enough for me/sii semplicemente te stessa, perché ciò è abbastanza per me"

18 maggio 2016

Vivere/Sopravvivere

C'è una differenza sostanziale, sapete, tra vivere la vita e sopravvivere. Io la sperimento tutti i giorni, un po' a causa della routine impossibile che ho, un po'a causa del mio stesso carattere; la mattina, ad esempio, non posso dire con certezza di "vivere", quanto piuttosto di sopravvivere, o almeno cercare di farlo, alla scuola, a ciò che per me è ormai diventato il mio inferno personale. Questo perché non riesco a reggere l'ansia di avere qualcuno lì davanti a me che si aspetta qualcosa che io quasi sicuramente non posso dargli, che nella maggior parte dei casi aspetta con ansia che io metta un piede in fallo per godere della mia sconfitta, e quando non lo fanno i professori, ci pensano gli alunni.
La sera, invece, riesco a godermi a pieno la mia esistenza. Quando metto piede nella mia scuola di danza, tutte le mie paure perdono quella gravità e insistenza che mi soffoca togliendomi anche il sonno; è un'altra me quella che frequenta i corsi e da ogni volta il massimo, fregandosene di chi la guarda dall'alto in basso credendosi migliore. I miei insegnanti di danza ripongono in me, come in tutto il mio gruppo, moltissime aspettative e speranze, ma se per caso non riesco a soddisfarle, ecco che mi prendono a parte, mi spiegano dove sta il problema e mi insegnano, se non a risolverlo, almeno ad aggirarlo. Contenti loro, contenta io. Loro consono forse meglio di me le mie possibilità: quando mi urlano contro di tirare più su una gamba, è perché posso riuscirci, se mi dicono di osare di più su una posa, è perché posso tenerla, viceversa, se sanno che qualcosa non riesco a farla (come la spaccata ad esempio T.T) trovano il modo che non si noti, facendo risaltare i miei pregi. Perché se vinco io, allora hanno vinto anche loro. La danza è collaborazione, la scuola sembra più una guerra di tutti contro tutti (spudorata citazione di Hobbes).
Sostanzialmente è questa la differenza, nel mio caso io la vivo così, ma ognuno ha qualcosa che fa più cercando di sopravvivere piuttosto che godendosela, è perfettamente normale. L'importante è impedire che le preoccupazioni sopprimano la parte della nostra vita che più ci piace perché, in quel caso, non riusciremmo più a trovare una ragione per continuare a lottare. Io ho già toccato il fondo una volta, adesso mi sono ripromessa di non arrivare mai più a quel punto, perché potrei non trovare più un appiglio per rialzarmi. Se non si vive almeno un po' nella vita, che senso ha allora?

25 marzo 2016

La coerenza non è un'opinione

Senza offesa, mia cara popolazione maschile, ma una cosa me la dovete spiegare. Perché andate in giro a dire di volere una ragazza seria e intelligente, se poi quando vi ritrovate a scegliere optate sempre per la troietta di turno? Tutti a dire che le volete belle dentro e poi se non ha almeno una terza nemmeno la prendete in considerazione. Mi dispiace distruggere i vostri sogni di gloria, ma se volete una barbie, con tutta probabilità non sarà né seria, né tanto meno intelligente, perché una ragazza con queste due qualità non arriverà mai a conciarsi così, perché sa che la bellezza esteriore è effimera e non dura, perciò assomigliare ad una barbie non la porterà mai a trovare qualcuno con cui riuscire ad instaurare una relazione stabile. Poi, se magari esistono ragazze che sembrano barbie e sono davvero intelligenti e serie, fortunati chi le trova. Badate bene che non sto dicendo che le donne sono diverse, anzi, parecchie sono coscienti che se pensano solo al proprio aspetto attireranno solo avventure brevi, e ne sono felici, ma almeno loro lo ammettono. Voi invece continuate a dire una cosa e farne un'altra. Poi è inutile che vi lamentiate che le ragazze serie non si trovano più, la prima causa siete voi! Io, dal canto mio, non mi lamento del fatto che nessuno mi chieda di uscire e che, se lo fanno, sia difficile che desiderino una seconda volta, perché so che nel mio caso è principalmente colpa mia, sono io ad allontanarmi, è normale che poi non ci tengano a conoscermi meglio.
Me le cerco. Però fa rabbia sentirsi dire che si è speciali e poi essere lasciate in un angolo a prendere polvere, è umiliante. Ma ancora più umiliante è essere prese in giro perché non si è facili come tutte le altre, e su questo parlo per esperienza personale. È orribile sentirsi dire "cesso", o "racchia", soprattutto se non si ha un'alta autostima, dicerto non fa stare meglio nessuno, anzi, fa passare per deficienti anche chi insulta.
In conclusione, vi conviene chiarire apertamente cosa volete, perché si fa presto a spezzare il cuore di qualcuno e, a meno che non siate insensibili, ne soffrite pure voi che lo spezzate.

20 marzo 2016

Il competitivo mondo della danza

Reduce da un'intensa giornata all'insegna dell'hip-hop, mi trovo qui, distesa su un letto a pensare a quanto competitivo sia in realtà lo sport che ormai è diventato il centro attorno a cui ruota la mia vita. Sono 6 anni che pratico hip-hop,  13 che sono entrata nel mondo della danza moderna e me ne sono innamorata, e mai, giuro mai,  mi sono accorta di quanta competizione e invidia ci sia in questo mondo a parte. Da quando mi hanno chiesto, stupiti, come sia possibile che riesca a farne parte se nella vita di tutti i giorni faccio addirittura fatica a parlare con qualcuno, ho iniziato a notare come questo modo di vivere condizioni la vita dei ballerini stessi. Perché la danza in tutte le sue sfumature è una scelta di vita, una volta dentro, non puoi fare altro che dedicarvi ogni singolo istante, tutte le scelte che fai sono in relazione ad essa, persino cose stupide come un taglio di capelli o i vestiti che indossi. La danza ti chiede di dare tutto e aspettarsi qualcosa in cambio è come chiedere ad un bambino di risolvere un complicato problema matematico, forse prima o poi lo farà, ma dopo tantissime delusioni e testate nel muro, ma soprattutto dopo anni di fatica. La danza va amata anche nella sua negatività, altrimenti si mollerebbe al primo ostacolo mandando all'aria tanto lavoro e tanta fatica sprecata, se non sei disposto a dedicartici completamente, è inutile allora aspettarsi qualcosa in cambio. Che poi i ballerini possono essere divisi in più categorie: quelli che ballano per passione, come me, e che se perdono una competizione guardano al lato positivo e prendono ispirazione per migliorarsi, quelli che ballano solo per vincere ed essere acclamati, che sono i peggiori, e fanno di tutto per essere sempre un gradino più in sù degli altri, e quelli che hanno una qualche naturale attitudine che da loro una marcia in più e si sentono il top, approfittando di ogni momento per vantarsi. Sarà che nei miei gruppi di gente così competitiva ce n'è sempre stata poca,  sarà che non me n'è mai importato più di tanto, ma a me tutta questa competitività non mi è mai sembrato di viverla, alla fine di ogni freestyle contest mi ritrovo a considerare i miei avversari come degli amici e complimenti e abbracci sinceri non mancano mai, è quasi impensabile per me comportarsi diversamente, mi sembra sbagliato, ma evidentemente non tutti la vedono così. Un ragazzo oggi era incavolato perché lo hanno eliminato subito alle selezioni, ma io dico, sono solo 3/4 anni che studia hip-hop è ha delle capacità incredibili, ma che problemi si fa? Avrebbe più senso si incavolasse quello che lo studia da tutta la vita e perde contro un novellino, no? Ma tanto parlare con 'sta gente serve a poco, perciò me ne torno nel mio paradiso felice che condivido con molti altri, dove la danza unisce tutti perché è un linguaggio internazionale, e dove le persone con cui balli sono membri della tua famiglia e non solo semplici amici. Un consiglio a chi volesse iniziarsi a questo sport? Fatelo solo con il cuore, la tecnica e le abilità arriveranno da sole con il tempo,  perché se ami qualcosa, inevitabilmente riuscirai ad arrivare, un giorno, sul gradino più alto (ma non per forza quello del podio ; P )

8 marzo 2016

Avrò mai pace?

Sapete, a volte mi chiedo perchè insista ancora nel provarci.
Ho talmente tante occasioni durante la giornata per mettere fine a tutto questo... quando so che quella macchina non si fermerà per farmi passare, basta un passo. Quando passo dalla stazione per prendere il bus e sta per arrivare un treno, un altro passo. Quando attraverso un ponte, una piccola spinta.
basterebbe così poco e avrei tutto ciò che desidero, un po' di pace.
Non è la prima volta che ci penso, ma ho sempre detto "si sistemerà tutto in un modo o nell'altro"... e se non fosse così?
Se mi stessi solo illudendo?
Ho continuato a lottare quando mi dicevano che potevo farcela. Ho stretto i denti quando mi dicevano che mancava poco. Il risultato? Ogni volta sprofondo sempre più giù, non faccio nemmeno in tempo a rimarginare le ferite che altre più profonde ne prendono il posto. Cercando di migliorare la situazione finisco sempre per farmi ancora più male.
Avrei solo bisogno di un abbraccio in questo momento, poi mi ricordo che, se davvero qualcuno si avvicinasse per abbracciarmi, farei di tutto per allontanarmi, per evitare ogni sorta di contatto fisico perchè sento un allarme dentro di me che urla PERICOLO.
Sociofobia. Paura delle persone e delle relazioni interpersonali. Quanto è sottile il confine con l'aver paura di mettere piede fuori da casa? Se davvero si trasformasse in Agorafobia, a qualcuno importerebbe? O continuerebbero a ignorarmi come fanno adesso?
La verità è che mi vedono come un peso, si chiedono quale sia davvero lo scopo della mia vita. A quanto pare, nessuno. Sono solo una palla al piede che non è nemmeno capace di dire agli altri le frasi più semplici. Sono una che pensa tanto, ma che quando si ritrova di fronte il diretto interessato manda all'aria tutto quanto perchè è terrorizzata.
E' una vergogna per una diciottenne avere paura come una bambina di 3 anni, eppure non so fare altro, se non rinchiudermi in me stessa e soffrire come un cane, senza avere il coraggio di chiedere aiuto, nemmeno a chi è lì apposta per darmelo.
Avrò mai pace?