26 maggio 2015

Attacchi di panico

Quanti sanno cosa significa avere un attacco di panico? Alcuni sono convinti di saperlo perché "lo hanno studiato", altri perché pensano di sapere, solo pochi perché lo hanno avuto almeno una volta nella vita; la verità, però, è che nemmeno chi ne soffre sa dire cosa ti succede... io faccio parte di quei pochi, e non mi spiego come sia possibile rendersi conto di quello che il tuo corpo sta facendo, ma non avere la forza di influire.
Non so come fermare gli spasmi, non so come evitare di aggrapparmi con le mani ovunque in cerca di un appiglio.
La paura invade la tua mente, ma allo stesso tempo sei lucida, sei cosciente di cosa fai ma non puoi fermarti.  Manca l'aria ai polmoni, qualsiasi cosa o persona vicino a te è un pericolo, anche quelli che sai non ti farebbero mai niente di male diventano qualcosa da cui scappare.
È la condizione peggiore in cui qualcuno può vederti, completamente dominata dall'istinto e dalla paura...
Me ne è preso uno proprio questa mattina, la scatenante un'interrogazione per cui non avevo studiato molto, ma mi ero organizzata per sfruttare al meglio le ore antecedenti per prepararmi.
Purtroppo per me, è qualcosa che non si può prevedere, mi sono addormentata tranquilla e quando mi sono svegliata era lì in agguato,  è iniziato con il brutto presentimento fin poi a degenerare con i singhiozzi e le lacrime incontrollate.
Mia mamma non ci ha minimamente fatto caso, voleva sapere perché non volevo andare a scuola, a tutti i costi,  e quando ha iniziato a dire che potevo fare con calma ma che sarei entrata tassativamente anche all'ora dopo, è scoppiato.
Mi sono resa conto di cosa stava succedendo solo quando era ormai troppo tardi, non riuscivo a trovare l'aria per respirare, se fossi stata asmatica, molto probabilmente lo si sarebbe potuto scambiare per un attacco d'asma, ma in questo caso era peggio, l'asma non amplifica di mille volte le tue paure.
Ero completamente in preda al terrore e mi aggrappavo alle coperte in modo violento, per un breve momento mi sono accanita con le unghie anche sulla mia spalla, ma sono riuscita ad evitare il peggio riuscendo a concentrare le mie attenzioni sul respiro e sulla coperta che ho quasi strappato.
Dal momento in cui sono crollata a quando sono riuscita a riprendere il controllo sono passati i cinque minuti più lunghi della mia vita.. o almeno penso fossero solo cinque minuti, quando si è in quelle condizioni non ci si rende conto di quanto tempo passa, una volta stetti in quello stato per un quarto d'ora buono, ma a me sembrò che fossero passati solo un paio di minuti.
Nonostante tutto mia mamma ha pensato fosse una semplice scenata per non andare, non si è mai posta il problema, anche quando gli ne ha parlato una professoressa che ha assistito a uno di quelli, ha pensato che fosse una farsa per andare a casa.
Io non ho il coraggio di parlargliene, un paio di amiche che mi hanno vista in quello stato dicono che devo assolutamente fare qualcosa e cercare un modo per evitare ulteriori attacchi, ma non ce la faccio, non mi crederebbe mai.
Come non mi hanno creduto molti dei miei compagni di classe che erano presenti, che mi hanno derisa e presa in giro, e poi si chiedono perché non riesco a fare gruppo con loro, non posso stare con persone che non capiscono come mi sento nemmeno se glielo sbatto in faccia.
Che sia di consiglio a tutti, state vicini a chi ha attacchi di panico perché, anche se durante uno di essi ci allontaniamo terrorizzati, l'unica cosa di cui abbiamo bisogno è qualcuno che ci rassicuri e ci aiuti a combattere contro la paura,  perché, a lungo andare, non si può fare altro che peggiorare e arrivare alla depressione, e a quel punto, uscirne non sarà affatto semplice.
L'ansia,  l'insicurezza e, nel mio caso, anche l'autolesionismo, sono alcune delle avvisaglie di questi attacchi, vi prego, fate attenzione a chi vi circonda.

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